Leggende e curiosità dell’Isola d’Elba
5 min · 30 Mag 2023

L’Isola d’Elba è una sorta di paradiso terrestre che custodisce un patrimonio naturalistico e paesaggistico più unico che raro ma anche un luogo ricco di tradizioni popolari, di intramontabili leggende legate al territorio e di affascinanti curiosità che solo in pochi conoscono.
Siete pronti? Seguiteci in questo viaggio alla scoperta delle leggende e delle curiosità dell’Isola d’Elba.
Il mito degli Argonauti
Una delle principali leggende riguardanti l’Isola d’Elba è sicuramente quella degli Argonauti. Lungo la costa settentrionale dell’isola, a pochi passi dal centro storico di Portoferraio, si trova la meravigliosa spiaggia delle Ghiaie, una sottile distesa di ciottoli bianchi chiazzati di nero. Nel I secolo a.C. lo storico Diodoro Siculo narrava che gli Argonauti, navigando per mare alla ricerca del vello d’oro, raggiunsero un’isola chiamata Aethalia dove fondarono un piccolo porto per le loro navi che chiamarono Argon. Secondo la leggenda quest’isola era proprio l’Isola d’Elba e il porto era la spiaggia delle Ghiaie. Il mito racconta ancora che le caratteristiche macchie scure sui ciottoli non sarebbero altro che le tracce del sudore degli eroici naviganti che vi approdarono.
La leggenda dell’Innamorata
Un’altra celebre leggenda è legata alla splendida spiaggia dell’Innamorata a Capoliveri, inserita in uno straordinario contesto paesaggistico contraddistinto dalle vicine isole Gemini. Protagonisti di questa vecchia storia, ai tempi delle incursioni barbaresche, sono due giovani amanti, Maria e Lorenzo, il cui amore era però ostacolato dalle rispettive famiglie. Secondo la leggenda, nel 1534, Maria disperata per l’uccisione del suo amato Lorenzo da parte dei pirati di Barbarossa, si tolse la vita gettandosi in mare. Fu ritrovato solo il suo scialle impigliato su uno scoglio che da allora è chiamato “scoglio della Ciarpa”. Ancora oggi, ogni anno, il 14 luglio si ricorda questa sfortunata storia d’amore con una suggestiva fiaccolata sulla spiaggia dell’Innamorata.
Il tesoro di Porto Azzurro
La storia dell’isola d’Elba è segnata dal ritrovamento di tesori veri e dalla incessante ricerca di quelli leggendari come nel caso del tesoro di Porto Azzurro. Leggenda narra che la notte del 17 giugno 1841 la nave spagnola chiamata “Polluce”, carica di oggetti preziosi e di opere d’arte che Ferdinando IV re di Napoli voleva mettere al sicuro, si inabissava nella rada di Porto Azzurro, speronata da un’altra imbarcazione. Da allora fu un susseguirsi di racconti che parlavano di stupefacenti meraviglie inabissate e di tentativi di recupero falliti perché finora nulla è stato trovato. Ancora oggi gli abitanti di Porto Azzurro vivono con la speranza di ritrovare questo inestimabile tesoro celato nei fondali dell’Arcipelago Toscano.
La leggenda del Santuario della Madonna del Monte
Sulle pendici del monte Giove, presso Marciana, si trova il Santuario della Madonna del Monte, il più antico e famoso dell’isola, già attestato nel XIV secolo come Sancta Maria de Monte. Noto per aver ospitato Napoleone Bonaparte e la sua affascinante amante polacca Maria Walewska nel 1814, l’edificio custodisce un prezioso dipinto, realizzato su un blocco di granito e raffigurante la Madonna assunta in Cielo, che secondo la leggenda venne ritrovato da alcuni marcianesi proprio nel luogo dove oggi sorge il santuario. Questi lo portarono più a valle per custodirlo nella nuova chiesa che sarebbe stata costruita in località Campo al Castagno ma miracolosamente il giorno dopo era sparito. Fu ritrovato poi nello stesso luogo del ritrovamento.
La bandiera dell’Isola d’Elba
Infine, concludiamo questa piccola raccolta di racconti tra verità e leggenda dell’Isola d’Elba con una curiosità. Sul suo suolo nel corso dei secoli sono sventolate un gran numero di bandiere ma quella attuale, di colore bianco con una striscia rossa trasversale su cui spiccano tre api dorate, fu issata da Napoleone nel punto più alto di Portoferraio il 4 maggio del 1814, giorno del suo sbarco sull’isola. Il significato della bandiera è stato e continua ad essere materia di dibattito. Secondo l’ipotesi più accreditata, l’Imperatore scelse le api d’oro per richiamare l’unità e l’operosità degli elbani. La bandiera originale è attualmente conservata nella Palazzina dei Mulini, che, assieme a Villa San Martino, è sede del Museo Nazionale delle Residenze Napoleoniche.


