I dolci di Carnevale della tradizione toscana

5 min · 29 Mag 2023

I dolci di Carnevale della tradizione toscana

Il Carnevale non è solo maschere, sfilate e carri allegorici, ma anche gioia per il palato. In questo particolare periodo dell’anno, infatti, come tradizione vuole, si preparano deliziosi dolci tipici. Ed in Toscana sono così tanti che avete solo l’imbarazzo della scelta.

Quali sono i dolci di Carnevale della tradizione toscana? Ecco sei golosità a cui difficilmente riuscirete a resistere.

I cenci

Quando si parla di carnevale in Toscana si pensa subito ai cenci, il dolce carnevalesco per antonomasia. Si tratta di sfoglie di pasta fritta, dalla consistenza croccante e friabile, che vengono servite con una spolverata di zucchero a velo. Da nord a sud dello stivale vengono chiamati in tanti modi diversi (bugie, chiacchiere, frappe, galani, intrigoni, etc) ma tutti sono concordi sulla loro bontà. Il nome cenci deriva dalla particolare forma, che ricorda pezzi di stoffa. Secondo gli storici, le sue origini risalirebbero al tempo in cui gli antichi romani celebravano i Saturnali. Vi consigliamo di gustarli assieme ad un bicchiere di vinsanto.

La schiacciata alla fiorentina

La regina dei dolci di carnevale in Toscana è senza dubbio la schiacciata alla fiorentina, una torta molto soffice e delicata già citata nel 1800 dal gastronomo Pellegrino Artusi con il nome di “stiacciata unta”. Si riconosce a prima vista perché la tradizione vuole che sia decorata con un giglio fiorentino. Viene preparata solo nel periodo del carnevale e non c’è forno o pasticceria che non proponga la sua versione. A Firenze viene addirittura organizzato un concorso di assaggi a cui prendono parte i grandi nomi della pasticceria cittadina. Negli ultimi anni sono comparse anche versioni farcite con panna montata, crema pasticcera o gianduia.

Il berlingozzo

Un’altra gustosa specialità del carnevale in Toscana è il berlingozzo, dolce tipico della zona pistoiese, diffuso in modo particolare nel comune di Lamporecchio. Caduto in disuso, ma decisamente tradizionale, è una specie di ciambellone basso al sapore di anice. Ha origini molto antiche: la ricetta originale risalirebbe addirittura al 1400. Il nome sembra che derivi da berlingaccio, termine che indicava il giovedì grasso e un’antica maschera di carnevale. Infatti viene tradizionalmente preparato il giorno di giovedì grasso. Perfetto per la colazione o per la merenda, è anche indicato per gli allergici al lattosio, vista l’assenza del latte e dei suoi derivati nell’impasto.

Le frittelle di riso

Tra le molte ricette tipiche di questo periodo si segnalano anche le frittelle di riso. La tradizione toscana vuole che si preparino durante il carnevale e il 19 marzo, in occasione di San Giuseppe, la festa del papà. Infatti, sono note pure come frittelle di San Giuseppe. Sulla ricetta originale si accendono spesso contese: con l’uvetta, senza, col riso di un tipo piuttosto che di un altro. Ma alla base c’è sempre il riso cotto nel latte insieme alle scorze di agrumi. La ricetta delle frittelle ha origini molto antiche: testimonianza scritta ci arriva dal “Libro de arte coquinaria” di Maestro Martino da Como del XV secolo.

I frati

Molto buoni sono anche i frati, golose ciambelle fritte ricoperte di zucchero simili, nell’impasto, ai classici bomboloni. Si gustano tutto l’anno ma soprattutto nel periodo di carnevale. Sono molto diffusi a Lucca e a Livorno. I frati possono essere vuoti oppure farciti con crema pasticcera. Vanno cucinati e mangiati al momento, ancora caldi: non vengono mai preparati e lasciati sul banco, nemmeno per un minuto. Sono così chiamati perché la loro forma con il buco ricorda la chierica che un tempo usavano portare i frati sul capo.

Gli zuccherini

E ultimi, ma non per importanza, gli zuccherini, deliziose ciambelle simili a biscotti cui viene aggiunto il liquore e i semi di anice. Sono tipici di Fucecchio, cittadina che sorge sulla riva destra del fiume Arno, a metà strada fra Firenze, Pisa e Lucca. La loro origine risale al XIX secolo, quando alcune famiglie contadine iniziarono a preparare questi deliziosi dolcetti che venivano poi infilati nei bastoni e appesi in dispensa, dove si conservavano fino alla Quaresima. L’impasto, molto simile a quella di un biscotto secco, fa sì che si conservino a lungo.

Foto galleria fotografica | schiacciata alla fiorentina © FirenzeToday | frittelle di riso © Cookist | zuccherini © Corriere della Sera

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