5 abbazie da visitare in Toscana

5 min · 19 Set 2024

5 abbazie da visitare in Toscana

In Toscana si concentrano diverse abbazie che, oltre ad essere importanti centri di fede e spiritualità, rappresentano straordinari esempi di architettura sacra. Ne abbiamo selezionate 5 che tutti, fedeli o no, dovrebbero visitare almeno una volta nella vita.

L’Abbazia di San Miniato al Monte

Situata in uno dei luoghi più elevati di Firenze (poco sopra il famoso Piazzale Michelangelo), l’Abbazia di San Miniato al Monte è uno dei più importanti monumenti dell’architettura romanica in Toscana. Fu edificata tra il XII e il XIII secolo nel punto in cui fu prima eretto un santuario dedicato al martire cristiano Miniato e poi, nell’VIII secolo, una cappella. Presenta una splendida facciata decorata con marmi bianchi e verdi di Prato, che formano interessanti ed eleganti disegni geometrici. L’interno, di tipica ispirazione classica, conserva opere di notevole valore come: la Cappella del Crocifisso di Michelozzo, con le volte in terracotta invetriata di Luca della Robbia; e la sagrestia, ornata da un grande ciclo di affreschi di Spinello Aretino sulla Vita di San Benedetto. Nella cripta sottostante, dove si ammirano curiosi capitelli romanici e affreschi di Taddeo Gaddi, sono conservate le reliquie del santo.

L’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore

Ad Asciano, nel cuore delle Crete Senesi, si trova l’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, splendido complesso monastico che merita di essere visitato sia per i capolavori che custodisce sia per la posizione in cui sorge. La struttura, eretta tra il XIV e il XVIII secolo, ricalca la classica impostazione delle abbazie benedettine: una chiesa, un chiostro principale e altri più piccoli, un’aula capitolare e un refettorio. Nel caso di Monte Oliveto Maggiore a questi si aggiunge una biblioteca. Tra gli innumerevoli capolavori che si possono ammirare, spiccano: il ciclo di affreschi nel chiostro grande, iniziato da Luca Signorelli (nel 1495) e portato a termine da Antonio Bazzi (nel 1505), che raffigura la vita di San Benedetto; il coro ligneo nella chiesa, intagliato e intarsiato da Fra Giovanni da Verona nel XVI secolo; e gli affreschi del refettorio eseguiti da fra Paolo Novelli nel XVII secolo. L’abbazia ospita anche un museo, allestito in quella che fu l’aula capitolare, che raccoglie le testimonianze artistiche dell’archicenobio e delle chiese della diocesi olivetana.

L’Abbazia di San Galgano

Sempre in provincia di Siena, e precisamente a Chiusdino, c’è uno dei luoghi più suggestivi negli itinerari della spiritualità toscana. Stiamo parlando dell’Abbazia di San Galgano, apprezzata da migliaia di visitatori provenienti da tutto il mondo. Sebbene oggi sia completamente in rovina e ridotta alle sole mura, rappresenta uno dei maggiori esempi di architettura gotico-cistercense in Italia. Costruita tra il 1218 e il 1288 per ordine dei monaci cistercensi di Casamari, prosperò per molti anni. Purtroppo, però, a partire dal XV secolo, lentamente ed inesorabilmente decadde. La sua decadenza ebbe il culmine nel XVIII secolo col crollo delle volte di copertura e la rovina del campanile. Accanto all’abbazia sorge l’Eremo (o Rotonda) di Montesiepi, una cappella in cui è custodita una vecchia spada di ferro conficcata in un blocco di pietra, che secondo la leggenda fu piantata nel XII secolo da San Galgano quando decise di lasciare la vita nobiliare, per diventare un eremita.

L’Abbazia di Sant’Antimo

Spostandoci verso la Val d’Orcia, a Castelnuovo dell’Abate (frazione del comune di Montalcino), troviamo l’Abbazia di Sant’Antimo, antichissima abbazia abitata nei secoli dai monaci benedettini e fondata, secondo la leggenda, dall’imperatore Carlo Magno. Ci si arriva attraverso una strada panoramica che si dirama tra vigneti, oliveti, colline e casali isolati. L’attuale chiesa, risalente al XII secolo (come attesta un’iscrizione incisa sull’altare maggiore), rappresenta il più importante monumento romanico della Toscana meridionale. La struttura è in roccia travertinosa, che le conferisce un effetto di lucentezza sempre diverso a seconda delle variazioni cromatiche. Tra le opere presenti si segnalano: una statua lignea raffigurante la Madonna col Bambino di scuola umbra del XIII secolo; un Crocifisso ligneo policromo sempre del XIII secolo; e una lunetta affrescata con Cristo che risorge di scuola senese del XVI secolo.

L’Abbazia di San Salvatore

Nel cuore dell’Amiata si trova l’Abbazia di San Salvatore, il complesso benedettino che dà il nome al comune di Abbadia San Salvatore. Ha origini antichissime: secondo la tradizione fu fondata nel 743 dal re longobardo Ratchis nel luogo dove gli apparve Cristo ma più probabilmente invece la fondazione fu opera del duca friulano Erfone. L’abbazia fu ricostruita in forme romaniche nella prima metà dell’XI secolo anche se l’attuale aspetto è dovuto ai restauri effettuati negli anni Trenta del secolo scorso. Tra le opere d’arte custodite al suo interno spiccano gli affreschi “Leggenda del duca Ratchis” e “Martirio di San Bartolomeo” del pittore barocco Francesco Nasini. Di notevole fascino è la cripta (risalente probabilmente all’VIII secolo), caratterizzata dalla presenza di 35 colonne (di cui 24 originali) di svariate forme. Da non perdere è il piccolo museo allestito nel chiostro, che raccoglie importanti manufatti provenienti dall’abbazia e dalla Chiesa della Madonna del Castagno.

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