I borghi fantasma della Toscana da non perdere

5 min · 26 Ago 2024

I borghi fantasma della Toscana da non perdere

La Toscana nasconde diversi borghi fantasma, abbandonati nel corso del tempo per differenti cause. Sono così chiamati perché ad abitarli sono rimasti, spesso, soltanto gli spiriti. Nella maggior parte dei casi si tratta di luoghi suggestivi e magici che offrono spaccati di vita passata. Scopriamo insieme i borghi fantasmi della Toscana da non perdere.

Toiano

Toiano è tra i borghi fantasmi più famosi d’Italia. Frazione del comune di Palaia, si trova sulle colline di tufo arenario tra Pisa e Volterra. Le sue origini risalgono al Medioevo, quando era un castello conteso tra Lucca, Pisa e Firenze. Iniziò a spopolarsi nel secolo scorso, a causa della crescente richiesta nelle città di operai in fabbrica. Oggi è praticamente disabitato. Non ha un bar, non ha alberghi né negozi, banche, uffici e alimentari, solo una chiesetta, ormai sconsacrata, dedicata a San Giovanni Battista e un piccolo cimitero. Si sviluppa attorno a un’unica strada, la Via del Castello, lunga circa 50 metri dove si affacciano le abitazioni in diverso stato di abbandono (alcune sono state ristrutturate). Il suo fascino ha interessato persino il noto fotografo Oliviero Toscani, che un tempo ha organizzato un concorso fotografico per renderne indelebile ogni angolo. Il borgo è inoltre tristemente ricordato per l’omicidio nel 1947 di Elvira Orlandini, detta la “bella Elvira”, una giovane ventenne trovata sgozzata nei boschi la cui uccisione scatenò un caso mediatico.

Brento Sanico

Situato in mezzo ad un fitto bosco nel cuore dell’Appennino Tosco-Romagnolo, Brento Sanico è un borgo nel comune di Firenzuola rimasto abbandonato nonostante la sua storia e il suo ricco patrimonio artistico. Le sue origini risalgono alla prima metà del XII secolo ed è stato una roccaforte degli Ubaldini di Susinana. Risulta abbandonato dagli anni Sessanta del secolo scorso, quando l’ultima famiglia registrata si trasferì a valle. Il declino di Brento è dovuto alla costruzione delle moderne autostrade e strade statali, che hanno tolto al paese la sua importanza strategica. Il borgo attualmente versa in stato di rudere ad eccezione dell’antica Chiesa di San Biagio, di cui si hanno notizie fin dal X secolo e che si è mantenuta in buon stato. Dagli studi effettuati dal Professor Tagliaferri, autore del libro “Firenzuola e il suo territorio”, risulta che al di sotto della tinta giallo paglierino che caratterizza gli interni dell’edificio, ci siano affreschi ben conservati databili al XV-XVI secolo.

Bugnano

Nel comune di Bagni di Lucca, nascosto da una fitta vegetazione, giace il borgo fantasma di Bugnano. Posizionato a quasi 600 metri sul livello del mare, costituiva uno dei tre nuclei abitati, insieme a Lugnano e Riolo, appartenenti alla località collinare denominata Monti di Villa. I primi documenti ufficiali attestanti l’esistenza di Bugnano (alcune pergamene) risalgono al 983 d.C. ma da altre fonti si sa che la zona era abitata già secoli prima. Il suo declino è iniziato nel 1832, presumibilmente per la sfavorevole ubicazione e la difficile accessibilità, ma gli ultimi residenti lo hanno abbandonato solo negli anni Ottanta del secolo scorso. Il borgo è completamente avvolto dalla vegetazione e l’aspetto devastato delle case rende il luogo particolarmente suggestivo. Per raggiungere Bugnano bisogna precorrere un piccolo sentiero in mezzo al bosco che si snoda dalla strada asfaltata proveniente dall’abitato di Monti di Villa.

Bergiola

Sempre in provincia di Lucca, nel comune di Minucciano, si trova il piccolo borgo medievale di Bergiola, totalmente abbandonato e ridotto allo stato di rudere. La sua storia si è sviluppata nel corso del secoli senza particolari problemi fino al 7 settembre 1920, quando un devastante terremoto colpì l’intera Garfagnana e il paese venne completamente distrutto. Le ultime famiglie che vi abitavano, dati i danni subiti dalle case, decisero così di trasferirsi. Con il trascorrere degli anni da quel tragico evento, la vegetazione si fece fitta ed era difficile anche raggiungere il borgo, ma oggi, grazie ad alcuni interventi di recupero, è possibile apprezzarne un tratto di strada lastricata, i resti di alcune case e delle mura castellane, una chiesetta e un pozzo. Secondo una leggenda il pozzo è il rifugio di un mostruoso serpente chiamato “Devasto”, che la notte si ciba dei defunti al cimitero di Pieve San Lorenzo.

Castelnuovo dei Sabbioni

Il borgo di Castelnuovo dei Sabbioni è una frazione del comune di Cavriglia che si erge sul versante delle colline del Chianti verso il Valdarno. In quest’area è stato a lungo attivo un importante bacino minerario per l’estrazione della lignite (attualmente esaurito). L’incessante attività di scavi ha minato la sicurezza del colle (frequenti gli eventi franosi) ed è proprio per questo motivo che Castelnuovo dei Sabbioni fu abbandonato negli anni Settanta del secolo scorso. Oggi nel borgo rimane il centro con la sua piazza principale, una chiesa e alcune case quasi completamente ricoperte dalla vegetazione. Ospita inoltre il MINE – Museo delle Miniere e del Territorio di Cavriglia, che raccoglie reperti e documenti della locale miniera, oltre a diversi oggetti legati alle attività di scavo. Piccola curiosità: Castelnuovo dei Sabbioni fu scelto nel 1995 come set cinematografico dall’attore e regista toscano Alessandro Benvenuti quando ha girato il film “Ivo il tardivo”.

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